Parto cesareo: un fattore di rischio?

Recenti studi hanno dimostrato che il parto cesareo è stato associato a risposte immunitarie aberranti a breve termine nei neonati e a un rischio più elevato di sviluppare malattie immunitarie come asma, allergie, malattie respiratorie neonatali, diabete di tipo 1, celiachia e tumori maligni.

Almqvist et al hanno riportato l’esito di una coorte studio nel 2012 in cui vi è stato un aumento del rischio di asma e diagnosi di asma durante l’anno di follow-up nei bambini nati con un taglio cesareo.

La frequente presenza di C. difficile nelle feci a 1 mese dopo il parto cesareo è associata allo sviluppo di respiro sibilante, eczema e sensibilizzazione agli allergeni alimentari nei primi 2 anni di vita.

Un recente studio di coorte di Mitselou N et al, utilizzando un ampio database di popolazione, ha mostrato un aumento del rischio di allergia alimentare nei bambini nati tramite parto cesareo elettivo o di emergenza.

Studi recenti hanno dimostrato che i bambini nati nel taglio cesareo hanno un rischio superiore del 20% in più di diabete mellito di tipo 1 ad esordio infantile rispetto a quelli nati da parto vaginale.

La flora batterica dei neonati ha un ruolo nello sviluppo della celiachia. Tuttavia, l’incidenza della malattia infiammatoria intestinale non è stata influenzata dalla modalità di parto.

Lo stato microbico e immunitario della madre, l’alimentazione del bambino e l’esposizione agli antibiotici influenzano lo sviluppo del microbioma intestinale e quindi lo sviluppo del sistema immunitario. La disbiosi può portare a malattie immunomediate, comprese allergie ed enterocolite necrotizzante (NEC).

Le misure nutrizionali sono fondamentali per il funzionamento immunitario nei primi anni di vita poiché influenzano la barriera intestinale rafforzando il microbiota intestinale e la tolleranza immunitaria.

Il latte materno favorisce la colonizzazione e la maturazione del microbioma intestinale del neonato, in quanto esso contiene batteri benefici come Staphylococcus, Streptococcus, Serratia, Pseudomonas, Corynebacterium, Ralstonia, Propionibacterium, Sphingomonas e Bradyrhizobiaceae. 

Il latte materno contribuisce decisamente a stimolare la crescita dei bifidobatteri, presenti nell’intestino dei lattanti insieme a Bacteroides, e può avere un effetto importante sullo sviluppo della tolleranza immunitaria e genomica capacità di metabolizzare gli oligosaccaridi del latte umano (HMO).

Gli HMO sono quindi utili nel trattamento della disbiosi nei bambini allattati. Inoltre, alcuni studi hanno dimostrato che il ruolo dell’intervento nutrizionale potrebbe anche svolgere nella produzione di microbiota intestinale per i bambini non allattati.

L’Organizzazione mondiale delle allergie (WAO) ha raccomandato l’uso di probiotici per evitare allergie alimentari nelle donne in gravidanza ad alto rischio di avere un bambino allergico, donne che allattano bambini ad alto rischio di sviluppare allergie e bambini ad alto rischio di sviluppare allergie.

Gli oligosaccaridi del latte umano (HMO) sono stati studiati di recente e sono considerati sicuri per l’alimentazione infantile per supportare lo sviluppo della microflora.

Conclusioni

In conclusione, sulla base di questa review possiamo affermare che il parto cesareo è in grado di alterare lo sviluppo immunitario in tre modi:

(1) interrompendo la colonizzazione batterica dell’intestino;

(2) determinando una risposta allo stress scarsa e inadeguata;

(3) alterando la regolazione epigenetica dell’espressione genica attraverso la metilazione del DNA.

Fonte: microbioma.it